«Caratteristico dell’utopia non è tanto il proporre un ordine nuovo, quanto il procedere a un dislocamento di ciò che è e che pare naturale, sotto il nome schiacciante di “reale”.»
«Invece di congedare o dissolvere l’utopia, si tratta piuttosto della sua impegnativa separazione dalle immagini mitico-arcaiche, di liberarne infine le virtualità emancipatrici, di assicurarne la salvezza […] Il sogno preso tra due impulsi contrari, il sonno o il risveglio, si trasforma in momento, in scena antagonista.»
(Miguel Abensour, L’Homme est un animal utopique. Utopiques II)
«In fondo, l’utopia in quanto tale non esiste: non vi sono che delle utopie, che meritano di essere ricordate precisamente per le capacità di straripamento e di decentramento che esse mantengono, capacità che esplodono nelle forme più diverse».
(Pierre Macherey, Dell’utopia!)
Un nuovo sforzo critico prende corpo oggi in “Thomas Project”, una rivista, uno spazio comune che sceglie di perseguire la prospettiva dell’utopia.
Qual è lo stato di salute di questo universo concettuale e che cosa significa tornare a riflettere su di esso? Quale eredità ha consegnato al XXI secolo? Quali sono i possibili terreni storici e filosofico-politici ancora inesplorati fino ad oggi?
Si pensa all’utopia come a una prefigurazione di un “possibile” non ancora realizzato, ma che può diventare leggibile e indagabile proprio attraverso il suo stesso corredo di teoria politica e filosofica. Come in ogni duello che si rispetti, si scelgono le armi: le nostre sono quelle del pensiero utopico, di un pensiero critico legato a doppio filo alla “tradizione degli oppressi” e all’esercizio di una “memoria del possibile”, affinché l’orizzonte teorico e fenomenico dell’utopia conosca “l’ora della sua leggibilità”.
Crediamo sia necessario inaugurare un nuovo spazio di riflessione perché sentiamo l’urgenza di ripensare alcune categorie dell’esegesi storica, filosofica e politica che ci sembra vivano una condizione di marginalità culturale, schiacciate tra mitizzazioni e obsolescenze programmate.
Il pensiero neoliberale e i suoi portavoce sembrano aver cristallizzato un presente senza radici. Thomas Project, di contro, si candida timidamente ad una minuziosa archeologia della tradizione, storico-filosofica, “degli oppressi”, e a una instancabile cartografia delle problematiche e dei pensieri insorgenti attuali.
Veniamo infine al nostro nome, Thomas: Thomas Müntzer, Thomas More, Tommaso Campanella. Nel solco dei “nostri” Tommaso, vogliamo far sì che il pensiero utopico possa creare un’interferenza dentro lo spettro filosofico e politico del presente.
La redazione di Thomas Project
La pubblicazione degli articoli è sottoposta a procedimento di revisione tra pari e risponde ai criteri dell’art. 4, lett. a) e b), dell’allegato D del DM 7 giugno 2016.
Se non diversamente indicato, i contenuti di questa rivista sono pubblicati sotto licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale. I materiali sono perciò liberamente riproducibili ma indicando obbligatoriamente le fonti e utilizzando di preferenza questa formula:
Pubblicato su “Thomas Project. Rivista di filosofia e scienze umane”, n° x/xxxx, TITOLO, a cura di xxx xxxx, pp. xx-xx, licenza Creative Commons BY-NC-ND 4.0(ai numeri di pagina di ciascun articolo ripubblicato sul web va associato il link che rinvia al pdf presente sulla piattaforma della rivista).
JOURNAL
«Caratteristico dell’utopia non è tanto il proporre un ordine nuovo, quanto il procedere a un dislocamento di ciò che è e che pare naturale, sotto il nome schiacciante di “reale”.»
«Invece di congedare o dissolvere l’utopia, si tratta piuttosto della sua impegnativa separazione dalle immagini mitico-arcaiche, di liberarne infine le virtualità emancipatrici, di assicurarne la salvezza […] Il sogno preso tra due impulsi contrari, il sonno o il risveglio, si trasforma in momento, in scena antagonista.»
(Miguel Abensour, L’Homme est un animal utopique. Utopiques II)
«In fondo, l’utopia in quanto tale non esiste: non vi sono che delle utopie, che meritano di essere ricordate precisamente per le capacità di straripamento e di decentramento che esse mantengono, capacità che esplodono nelle forme più diverse».
(Pierre Macherey, Dell’utopia!)
Un nuovo sforzo critico prende corpo oggi in “Thomas Project”, una rivista, uno spazio comune che sceglie di perseguire la prospettiva dell’utopia.
Qual è lo stato di salute di questo universo concettuale e che cosa significa tornare a riflettere su di esso? Quale eredità ha consegnato al XXI secolo? Quali sono i possibili terreni storici e filosofico-politici ancora inesplorati fino ad oggi?
Si pensa all’utopia come a una prefigurazione di un “possibile” non ancora realizzato, ma che può diventare leggibile e indagabile proprio attraverso il suo stesso corredo di teoria politica e filosofica. Come in ogni duello che si rispetti, si scelgono le armi: le nostre sono quelle del pensiero utopico, di un pensiero critico legato a doppio filo alla “tradizione degli oppressi” e all’esercizio di una “memoria del possibile”, affinché l’orizzonte teorico e fenomenico dell’utopia conosca “l’ora della sua leggibilità”.
Crediamo sia necessario inaugurare un nuovo spazio di riflessione perché sentiamo l’urgenza di ripensare alcune categorie dell’esegesi storica, filosofica e politica che ci sembra vivano una condizione di marginalità culturale, schiacciate tra mitizzazioni e obsolescenze programmate.
Il pensiero neoliberale e i suoi portavoce sembrano aver cristallizzato un presente senza radici. Thomas Project, di contro, si candida timidamente ad una minuziosa archeologia della tradizione, storico-filosofica, “degli oppressi”, e a una instancabile cartografia delle problematiche e dei pensieri insorgenti attuali.
Veniamo infine al nostro nome, Thomas: Thomas Müntzer, Thomas More, Tommaso Campanella. Nel solco dei “nostri” Tommaso, vogliamo far sì che il pensiero utopico possa creare un’interferenza dentro lo spettro filosofico e politico del presente.
La redazione di Thomas Project
La pubblicazione degli articoli è sottoposta a procedimento di revisione tra pari e risponde ai criteri dell’art. 4, lett. a) e b), dell’allegato D del DM 7 giugno 2016.
Se non diversamente indicato, i contenuti di questa rivista sono pubblicati sotto licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale. I materiali sono perciò liberamente riproducibili ma indicando obbligatoriamente le fonti e utilizzando di preferenza questa formula:
Pubblicato su “Thomas Project. Rivista di filosofia e scienze umane”, n° x/xxxx, TITOLO, a cura di xxx xxxx, pp. xx-xx, licenza Creative Commons BY-NC-ND 4.0 (ai numeri di pagina di ciascun articolo ripubblicato sul web va associato il link che rinvia al pdf presente sulla piattaforma della rivista).