di Luca Onesti
«Immaginatevi di vivere nella completa oscurità. Immaginate che, nella vostra casa, da dove si vede un enorme cumulo di immondizia, non sia possibile conservare alimenti, guardare la tv o ricaricare il telefonino. Immaginatevi ancora, nel patio di questa stessa casa, dove da molti mesi non c’è né luce né acqua, mentre fate il bagno ai vostri figli, in strada. Immaginate che cosa vorrebbe dire se essi non avessero condizioni per proseguire gli studi o se voi stessi non potreste dire nemmeno dove abitate per paura di essere immediatamente discriminati. E immaginate che un giorno, senza nessuna notifica o avviso previo, questa vostra casa, vostro unico tetto, venga demolita senza che vi sia presentata alcuna soluzione alternativa. Vi invitiamo a mettervi nella nostra pelle, anche solo per un giorno… e a immaginare cosa provereste a essere trattati come rifiuti e a essere sfrattati…».
Inizia così la lettera aperta che l’Assemblea di alcuni dei quartieri autocostruiti e di rialloggio dell’area metropolitana di Lisbona ha scritto, per porre all’attenzione dello Stato, delle istituzioni locali, di quelle europee e quelle a difesa dei diritti umani, così come dei media e dei cittadini, i problemi abitativi che si stanno aggravando in Portogallo. Il quartiere della Torre ad esempio, a due passi dall’aeroporto di Lisbona, raccontato dal documentario Another Lisbon Story di Claudio Carbone, è senza corrente elettrica da ottobre 2016, e parte della sua popolazione, composta di 70 famiglie, non dispone di acqua potabile; nel quartiere 6 de Maio invece si continua a demolire abitazioni senza che per tutti gli abitanti sia prevista una alternativa abitazionale dignitosa (il PER, il Programma speciale di rialloggio, risale al 1993 e non è mai stato aggiornato) ; il quartiere Jamaika e quello di Quinta da Fonte hanno diversi problemi che riguardano il sistema fognario, le infiltrazioni di acqua, e le costruzioni sono a rischio per la scarsa qualità dei materiali costruttivi e per la mancanza di sicurezza strutturale degli edifici.
Nel mese di giugno di quest’anno, visto il vertiginoso aumento dei prezzi degli immobili e degli affitti nella capitale portoghese, il primo ministro António Costa ha dichiarato che la nuova priorità del governo è quella di creare politiche pubbliche per rendere accessibile il diritto all’abitazione. Se queste intenzioni, che riguardano soprattutto, nelle parole del primo ministro, alla classe media e alle nuove generazioni, si rivolgeranno anche alla complessa questione di questi e altri quartieri, ad esempio con il varo di un nuovo PER, lo vedremo nei prossimi mesi. Intanto, con il coordinamento della deputata Helena Roseta, si sta lavorando ad una Legge di base sull’abitazione, necessaria perché vi sia pieno adempimento dell’articolo 65 della Costituzione portoghese, che prevede il diritto di tutti ad una abitazione degna e di dimensioni adeguate, in condizioni di comodità, igiene e rispetto dell’intimità e della privacy. Un dibattito pubblico dovrà affiancare ed accompagnare gli studi che porteranno alla presentazione in Parlamento di questa legge.
È con l’obiettivo di intervenire ed esercitare un’influenza in questi processi decisionali, che l’Assembleia dos moradores, insieme all’Associazione Habita!, a CHÃO – Oficina de Etnografia Urbana, a Gestual (FA-ULisboa) e a SOS Racismo, hanno pensato ad una carovana itinerante che raccolga e porti all’attenzioni dei media e delle istituzioni maggiori informazioni, opinioni e proposte concrete per una nuova politica dell’abitazione in Portogallo. La Caravana pelo direito à habitação (Carovana per il diritto all’abitazione) viaggerà quindi a settembre lungo un percorso che toccherà alcuni quartieri di diverse città portoghesi che hanno caratteristiche e problemi simili a quelli che abbiamo citato sopra.
Il percorso sarà distribuito su tre fine settimana di settembre: dall’8 al 10 si rimarrà nell’area metropolitana di Lisbona, toccando il quartiere 6 de Maio, il Jamaika, la Torre e non solo; nel fine settimana successivo, 15-17 settembre, si partirà dal centro della capitale portoghese, per rimarcare la profonda interconnessione tra le politiche di turistificazione e gentrificazione della città e il problema abitazionale che riguarda l’intero paese, per poi spostarsi nella città di Beja, in Alentejo; nell’ultimo fine settimana ci si sposterà nell’altra grande area metropolitana portoghese, quella di Porto, ma ci sarà anche una tappa a Coimbra e una trasferta a São Miguel, nelle Azzorre.
Al centro dell’iniziativa ci saranno le idee di abitazione e le proposte di ogni quartiere, ma ci sarà spazio anche per i momenti di convivio di tipo artistico e musicale, per le testimonianze e lo scambio di informazioni e strumenti utili alla lotta per la rivendicazione dei diritti. Il seguito della Caravana, composta dagli abitanti ma anche da giornalisti, fotografi e artisti, lavorerà attraverso le reti sociali, i giornali e i mezzi audiovisivi al fine di far conoscere al paese, proprio a settembre alle prese con le elezioni amministrative, l’urgenza e l’importanza della questione abitativa in Portogallo.
Thomas Project, invitando i suoi lettori a partecipare e sostenere direttamente a questa iniziativa, accompagnerà e racconterà dal vivo alcune tappe della Caravana, con reportage fotografici e articoli.
Per maggiori informazioni, vi invitiamo a consultare il sito ufficiale della Caravana: https://caravanapelahabitacao.wordpress.com/