Luca Onesti (ITA_01.04.2019)
ISTANBUL. “Istanbul amore mio.” “La tua fidanzata si è innamorata di un altro.” Stamattina è comparsa una nuova scritta sotto le gigantografie in cui, affiancandosi ai candidati alle elezioni locali in Turchia, il presidente delle repubblica Recep Tayyip Erdoğan in caratteri cubitali dichiarava il suo amore per la città sul Bosforo.
La battuta ha cominciato a girare sulle reti sociali dopo un lunga notte di attesa dei risultati definitivi delle elezioni. In Turchia si è votato infatti ieri per le amministrative: già poche ore dopo l’inizio degli spogli ereno parsi chiari alcuni dati: nonostante la vittoria complessiva del partito di governo AKP (Partito della giustizia e dello sviluppo), forte del sostegno delle regioni centrali dell’Anatolia, l’opposizione repubblicana del CHP (Partito popolare repubblicano) distanziava di 4 punti percentuali l’avversario nella capitale, Ankara, vinceva a Smirne e in diverse delle città più grandi della fascia costiera egea e del sud.
Nell’est invece, il partito HDP (Partito democratico dei popoli) riguadagnava di nuovo molti dei comuni e delle province in cui i propri sindaci erano stati cacciati dal governo con l’accusa di sostenere i terroristi del Pkk. Una vittoria questa dell’area a maggioranza curda, che non era facile né scontata, se si tiene conto della pesante situazione repressiva nei confronti del partito e del movimento curdi.
Nel frattempo un altro risultato sorprendente era arrivato: per la prima volta nella storia turca, un candidato del TKP (Partito comunista turco) Mehmet Fatih Maçoğlu vinceva le elezioni amministrative in una provincia, quella di Dersim.
In tarda serata, però, a Istanbul, città in cui il partito di governo AKP aveva schierato un candidato di grande peso, il presidente del parlamento ed ex primo ministro Binali Yıldırım, i risultati dello spoglio si erano improvvisamente bloccati. Per conoscere se il 2% delle schede scrutinate mancanti dessero la vittoria a Yıldırım, che aveva già dichiarato la vittoria ieri sera, oppure a Ekrem İmamoğlu, candidato del CHP, si è dovuto aspettare il pomeriggio di oggi, quando la vittoria di quest’ultimo è stata confermata. Yıldırım ha già annunciato il ricorso, ma il risultato ufficiale appare di portata storica: il partito di Erdoğan, oltre ad Ankara, ha perso anche Istanbul, la città più grande ed economicamente importante del paese.
Il ritardo con cui si è arrivati a rendere pubblici i risultato ha in ogni caso generato polemiche e sospetti. Considerando che nei giorni della vigilia elettorale ci sono stati 4 morti e e decine di feriti, bisogna quindi sottolineare i dubbi sulla libertà delle elezioni che ha palesato anche il Consiglio d’Europa, che riportiamo qui con le parole di Andrew Dawson, capo della missione di osservazione elettorale dell’organismo per le amministrative in Turchia: “Non siamo del tutto convinti che attualmente nel Paese ci sia l’ambiente elettorale libero e giusto che è necessario per elezioni genuine e democratiche in linea con i valori e i principi europei”.