Obbligo vaccinale o passaporto sanitario: tra emergenza e diritto

di Tonino Cafeo (ITA_07.08.2021)
 
Dopo l’esordio del Green Pass sento il bisogno di ribadirlo: sarebbe stato meglio istituire l’obbligo diretto di vaccinazione contro il Covid 19. Non penso questo perché, dopo una vita di lotta contro ogni forma di autoritarismo, mi sia convertito al culto del manganello e del verbale. Tutt’altro: l’obbligo vaccinale come l’obbligo scolastico è la garanzia di un diritto-dovere. Lo Stato mi prescrive una cura o una profilassi ma nello stesso tempo mi garantisce le migliori condizioni perché io possa aderire alla prescrizione in tutta sicurezza: dai risarcimenti nei rari casi di danno biologico accertato, agli screening per verificare l’idoneità fisica a ricevere il vaccino. Una chiara assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni che il green pass invece bypassa allegramente creando una situazione sgradevole nella quale ognuno è lasciato solo a decidere che fare, a provare paura e stress a schierarsi e litigare con il fronte avverso in un’escalation di faziosità che sta devastando vite e rapporti umani, trasformando persone miti in rabbiosi ultrà del passaporto colorato oppure della vita senza medicina moderna, pronti ad azzannarsi alla giugulare e a stramaledirsi per l’eternità.
Un pasticcio, insomma, che potrebbe persino rallentare la campagna vaccinale piuttosto che incentivarla. Non male per essere il governo dei migliori.
Il dibattito sul green pass inoltre ci fa perdere l’occasione di aprire l’unica discussione pubblica davvero necessaria: quanto può durare lo stato d’emergenza prima di trasformarsi nel famigerato stato d’eccezione? Per riprendere l’analogia con terremoti e alluvioni, fino a che punto le tendopoli e le mense da campo sono una necessità e quando invece diventano uno scandalo? In altre parole, dopo quasi due anni il Covid 19 da fenomeno sconosciuto e (forse) imprevedibile si è trasformato nell’oggetto più monitorato e studiato del pianeta. Se ne conoscono effetti e cicli di vita. Quando si pensa di affrontarlo con strumenti sanitari e politici ordinari, tipo più assunzioni e più aule scolastiche, più trasporto pubblico, più medici di base , sorveglianza epidemiologica e posti letto e meno divieti, multe e poliziotti?